L’origine del Santuario di Graglia risale al principio del secolo XVII, quando il parroco del paese pensò di costruire sul colle di S.Carlo un tempio di notevoli dimensioni e partendo dalla chiesa di Campra, ben cento cappelle, contenenti statue a grandezza naturale con scene della vita di Gesù Cristo.
I lavori ebbero inizio nel 1616 ma procedettero a rilento. Nel 1624 si iniziò la chiesa di Campra e solo nel 1655 si decise di elevare sul colle della Divina Bontà, su cui già sorgeva una cappella dedicata alla Madonna di Loreto, un grandioso tempio con annesso ricovero per i pellegrini. La benedizione della prima pietra ebbe luogo il 20 settembre 1659 ma il progetto subì lunghissime soste.
Esso riprese nel 1760 grazie al parroco don Carlo Gastaldi. Nel giro di pochi anni la struttura acquistò quello che è il suo aspetto attuale, con pianta a croce greca di 42 m. per 32 m. culminante nella cupola ottagonale alta 38 m. da terra.
Nell’anno 1828 si effettuò lo spostamento della Cappella Lauretana nel luogo ove ora è situata e venne edificato lo splendido altare intagliato in marmo opera del maestro Catella di Lugano. Lo splendido, e tuttora funzionante, organo è opera di Carlo Bossi di Bergamo che lo installò nel 1839. L’organo è uno dei migliori esistenti in Piemonte.
Nel 1840 si aggiunse un terzo piano alla struttura destinata all’accoglienza dei pellegrini e si effettuò, grazie alla generosità della signora Anna Belletti, il tracciamento della bellissima passeggiata intorno al Santuario.
Negli anni ’30 infine si ebbe l’abbattimento del primitivo muro delimitante il chiostro del Santuario e la creazione dell’attuale giardinetto della Madonna, caratterizzato dallo splendido “burnel” in pietra.
Il santuario oggi rimane meta di pellegrinaggio e dell’originaria idea del Sacro Monte rimangono quattro cappelle, dedicate ad altrettanti episodi dell’infanzia di Cristo, realizzate tra il 1664 e il 1684.
Un punto del Sacro Monte segnalato dalla Pro Loco è famoso per l’eco endecasillabo: lungo il sentiero che dal Santuario conduce al colle di S. Carlo, con condizioni climatiche ideali, si può riprodurre il fenomeno di un’eco acustica, talmente qualitativa da poter ripetere parole fino a undici sillabe.
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